Ho letto l'intera discussionaccia. E' sicuramente più vicino alla mia indole l'idea che, alla fine, valga la passione dell'ultimo arrivato, dello scappato di casa (parlo di me) che per motivi diversi da quelli indotti dalla pubblicità, e quindi dal mercato, si avvicini alla cura di una delle nostre vecchie Ford. L'argomento meriterebbe una riflessione profonda - che mi risparmio - perché tocca l'essenza stessa della passione e quindi dei suoi spesso non necessari prodromi, pubblicità, mercato, valore, presenza.
Questo senza nulla togliere alla sensibilità di nessuno e al fatto che le arene mediatiche hanno, come già da altri sottolineato, valore per il fatto che favoriscono la diffusione di certa "cultura" e quindi cura per la passione. Del resto basti pensare a quanto fosse difficile, fino a solo dieci anni fa, avere modo di condividere queste nostre manie e non si può negare che la rete sia la via più naturale per imbrigliare gli appassionati del futuro (non parlo cioè di chi la passione per via dell'età e dell'ambiente l'ha avuta scritta nei cromosomi).
In fondo, a ben pensare, una cosa (la passione del singolo) non esclude l'altra (una certa naturale necessità dei media) in particolare per i più giovani.
Eppure vi confesso di coltivare l'immagine - e non nego di preferire l'idea - dell'appassionato che si muove con la sua Escort 940 o Capri 1300 lontano da ogni circuito risonante e per la propria solitaria e misteriosa consolazione.